Pagina:La lettera di G. Boccaccio al Priore di S. Apostolo.pdf/46

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Pag.60. «E se a torto il farà (cioè se mi farà segno all’ira sua), io userò la sentenza di Marco Casenzio, detta da se a Gneo Carbone consolo. Se al grande sono molte coltella, e a me certamente sono altrettante, e forse più armi.» Il guasto è qui orribile, nè può dirsi che non v’abbia avuto parte la grande ignoranza di un fatto celebratissimo. Aprasi Valerio Massimo, e al cap. II del libro VI si troverà, che Marco Castrizio liberissimo vecchio, essendo sommo magistrato de’ piacentini, fortissimamente resistette al consolo Cneo Carbone, il quale chiedevagli ostaggi: Atque etiam dicenti, multos se gladios habere, respondit: Et ego annos. Correggasi dunque senza fallo così: E se a torto il farà, io userò la sentenza di Marco Castrizio detta di se a Gneo Carbone consolo: Se al grande sono molte coltella, e a me certamente sono altrettanti e forse più anni.

Ivi. «Due volte da queste promesse ingannato, due volte tirato in vano, due volte è suta superchiata la pazienza mia dalla svenenvolezza delle cose e da vane promesse, e costretto a partitmi.» La crusca reca questo esempio alla voce svenevolezza. Considerino però i nuovi compilatori del famoso vocabolario se qui in vece di svenevolezza abbia forse a leggersi sconvenevolezza, parola altre volte usata dal certaldese, il quale non sembra poi che usasse mai svenevolezza. Parmi anche doversi scrivere, due volte tornato in vano: e più sotto, e fui costretto a partirmi.

Pag.61. «In buona fè che se io fussi così volatile che la terza volta chiamato io tornassi, a niuno dubbio sarebbe di me argomento di legge-