Pagina:La madre (1920).djvu/167

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riputazione: era usuraia e, si diceva, anche ruffiana. No, ella soffiò sulla candela, ne smorzò il lucignolo con le dita bagnate di saliva e montò sul letto: ma non potè stendersi.

Le parve di sentire un passo nella camera. Era il fantasma che tornava? Una paura terribile che egli salisse sul letto e la possedesse le ottenebrò la mente: il sangue le si gelò nelle vene, poi le corse tutto al cuore come una folla in sommossa per le vie di una città che affluisce tutta alla piazza. Pochi attimi e si riebbe, si vergognò della sua paura, prodotta certo dai dubbi impuri che ella aveva sul suo Paulo.

No, non voleva, non voleva più investigare la più piccola azione di lui. Doveva starsene quieta, al buio, così, nella sua cameretta di serva. Si stese, si coprì: si coprì anche le orecchie per non sentire s’egli tornava o no: ma dentro sentiva egualmente, sentiva ch’egli non tornava, che era portato via da qualcuno, contro sua volontà, come uno che viene trascinato riluttante al ballo.