Pagina:La madre (1920).djvu/209

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ripetere ad alta voce «vattene, vattene», le afferrò la testa, se la strinse al petto, guardò spaurito verso gli usci chiusi. Ricordava le parole della madre, la voce che risonava misteriosa nel buio: l’antico parroco s’è seduto accanto a me e disse: caccerò presto via te e tuo figlio dalla parrocchia.

— Agnese, Agnese, tu deliri, — le gemette sul collo, mentr’ella si scuoteva tutta per sfuggirgli, — Càlmati, ascoltami; nulla è perduto. Non senti come ti amo? Mille volte più di prima. E non me ne andrò, no. Voglio starti vicino per salvarti; per offrirti l’anima mia come la offrirò a Dio nell’ora della morte. Che ne sai tu di quello che ho sofferto da ieri notte a quest’ora? Fuggivo e ti portavo con me; fuggivo come uno che ha il fuoco addosso e correndo crede di liberarsene mentre la fiamma lo avvolge di più. Dove non sono stato, oggi? Cosa non ho fatto oggi per non tornare qui? Invece eccomi qui; sono qui, Agnese, come posso non essere qui? Mi senti? Io non ti tradisco, non ti