Pagina:La persuasione e la rettorica (1913).djvu/131

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fede perché non ἐπεγείρῃ στάσιν τινά a ogni fatto altrui perché non si faccia fazioso; è questa la loro gravità d’istrumenti d’orchestra che perché soffiano e vengono soffiati si sentono l’autorità del compositore – per cui mi meraviglio che non usino tutti il «noi» per la prima persona singolare come già lo fanno i viaggiatori di commercio, o il fattorino d’una banca che parlava dei «nostri milioni»; è questa la loro ἀκρίβεια nella misura dei diritti e dei doveri, questa la loro «sufficienza», che non sopporta che ad altri non basti ciò che basta loro, per cui se uno usi a oltraggio di ciò che a ognuno dalla comune misura è concesso, si sentono pel fatto stesso personalmente oltraggiati.1 È perciò che se avessero a sacrificare a qualche dio che non fosse l’eterno Pluto – sacrificherebbero a Procuste. – Vien fatto di chieder soltanto che cosa sieno quei diritti che secondo il codice spettano all’uomo già per razionale evidenza, pel fatto stesso che è nato, e quale sia la «

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persona». –



124 — ógni fede, perchè non èroYstpfl oraoiv riva, a ogni fatto altrui perchè non si faccia fazioso. È questa la loro gravità d’istrumenti d’orchestra che perchè soffiano o vengono soffiati si sentono l’autorità del compositore, — per cui mi meraviglio che non usino tutti il « noi » per la prima persona singolare, come già lo fanno i viaggiatori di commercio, o il fattorino d’una banca che parlava dei « nostri milioni ». È questa la loro dxQtpiu nella misura dei diritti e dei doveri, questa la loro sufficienza che non sopporta che ad altri non basti ciò che basta loro, — per cui se uno usi a oltraggio di ciò che a ognuno dalla comune misura è concesso, si sentono pel fatto stesso personalmente oltraggiati1). È perciò che se avessero a sacrificare a qualche dio che non fosse l’eterno Pluto, sacrificherebbero a Pro- custe. — Vien fatto di chieder soltanto che cosa sieno quei diritti che secondo il codice spettano all’uomo già per razionale evidenza, pel fatto stesso che è nato, e quale sia la « persona ». ') È per questo che oltraggio ha preso nell’uso comune il significato A'offesa. Non così il greco -j.3f.tc che resta stretto al soggetto (come potenza) ed ha in lui la sua Nemesi (vedi Inno a Nemesi di Mesomede); e prende il punto di vista dell’oltraggiato, « offesa», solo nelle affermazioni in un dato punto riguardo a una data cosa. [Nel Nuovo Testamento, per la immanenza del correlativo universale « Dio » in ogni punto, significa « offesa » anche senza relazione]. Perciò il transitivo del verbo (che è appunto l’affermazione in un dato punto riguardo una data cosa) uva — faccio offesa ad alcuno. Onde i sostantivi: ù;3pio;.ia, 0|3pia;j.óc: offesa. — 125 —

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  1. È per questo che «oltraggio» ha preso nell’uso comune il significato d’offesa. Non così il greco ὕβρις che resta stretto al soggetto (come potenza) ed ha in lui la sua Nemesi (vedi Inno a Nemesi di Mesomede); e prende il punto di vista dell’oltraggiato, «Offesa», solo nelle affermazioni in un dato punto riguardo a una data cosa. (Nel Nuovo Testamento, per la immanenza del correlativo universale «Dio» in ogni punto, ὕβρις significa «offesa» anche senza relazione). Perciò il transitivo del verbo (che è appunto l’affermazione in un dato punto riguardo una data cosa) ὑβρίζω τινά – faccio offesa ad alcuno. Onde i sostantivi ὕβρισμα, ὑβρισμός: offesa.