Pagina:La persuasione e la rettorica (1913).djvu/39

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3° — Via alla Persuasione


                      Κύριός εἰμι θροεῖν ὅδιον κράτος αἴσιον ἀνδρῶν
                      ἐκτελέων· ἔτι γάρ θεόθεν καταπνείει
                      πειθώ.
                                 (ESCHILO)


Τί τοῦτο ποιεῖς; questo che fai, come che cosa lo fai? – con che mente lo fai? tu ami questa cosa per la correlazione di ciò che ti lascia dopo bisognoso della stessa correlazione, la cui vicinanza non è in te prevista che fino a un limite dato, sicché, a te, schiavo della contingenza di questa correlazione, sia tolto tutto quando a questa cosa questa correlazione sia tolta; e tu debba altra cosa cercare e in balía della contingenza di questa metterti?

O sai cosa fai? e quello che fai, che è tutto in te nel punto che lo fai, da nessuno ti può esser tolto?

Sei persuaso o no di ciò che fai? Tu hai bisogno che questo avvenga o non avvenga per fare quello che fai, che le correlazioni coincidano sempre, poiché il fine non è mai in ciò che fai, se anche sia vasto e lontano, ma è sempre la tua continuazione. Tu dici che sei persuaso di quello che fai, avvenga che può. Sí? – Allora io ti dico: domani sarai morto certo. Non importa? Pensi alla fama? pensi alla famiglia? ma la tua memoria è morta con te, con te