Pagina:La persuasione e la rettorica (1913).djvu/41

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chiaro il giorno, e dolce il cibo, che ti dava la famiglia, la patria, il paradiso – quello ti tradisce ora e t’abbandona, poiché è rotto il filo della tua φιλοψυχία.–



Il senso delle cose, il sapore del mondo è solo pel continuare, esser nati non è che voler continuare: gli uomini vivono per vivere: per non morire. La loro persuasione è la paura della morte, esser nati non è che temere la morte. Cosí che se si fa loro certa la morte in un certo futuro – si manifestano giá morti nel presente. Tutto ciò che fanno e che dicono con ferma persuasione, per un certo fine, con evidente ragione – non è che paura della morte – σοφὸν γὰρ εἶναι δοκεῖν μὴ ὄντα - οὐδὲν ἄλλο ἐστὶ ἢ θάνατον δεδιέναι.1

Ogni presente della loro vita ha in sé la morte. La loro vita non è che paura della morte. Essi vivono per salvar ciò che è dato loro col nascimento, come se essi stessi fossero nati con persuasione, e stesse in loro arbitrio la morte. Quello che è dato loro non è che la paura della morte, e questa vogliono salvare come vita sufficiente da ciò che nello stesso punto è dato loro: la sicurezza di morire. In questa stretta, e per la cura di un futuro che non può che ripetere

  1. Platone, Apologia – ma all’inverso: θάνατον γὰρ δεδιέναι οὐδὲν ἄλλο ἐστὶ ἣ σοφόν εἶναι δοκεῖν μὴ ὄντα.