Pagina:La persuasione e la rettorica (1913).djvu/58

Da Wikisource.

— 51 —


E questo non così in generale ma in ogni punto: s’egli parla col suo compagno, facilmente questo potrà convenire in quanto egli abbia detto; ma egli che deve sentire di non aver comunicato il valore individuale e veder l’altro diverso da sé, non deve abbandonarsi al piacere dell’apparente simpatia, ma attribuire all’altro ancora la persona che nega, che soffre, che non ha, ch’egli sente dentro di sé; e questa persona in lui rispettando negare l’apparente valore, e più vicine portare le cose lontane e più lontane cose far viver nel presente. – Poiché quest’uomo gli deve esser tutto il mondo. – E alla fame del mondo egli deve esser sufficiente, non al gusto di quell’uomo.

E s’egli è solo, il mondo gli deve esser un uomo che dice sempre «no» a ogni suo atto, ad ogni sua parola, finché egli non abbia da sé riempito il deserto e illuminata l’oscurità. E se gli uomini non vogliano intenderlo egli non deve dire: «sono ciechi – io ho dato già tutto» – niente ha dato finché non ha dato la vicinanza delle cose lontane così che anche i ciechi le vedano. Egli deve sentir in sé l’insufficienza e rispettar in loro quello ch’essi stessi in sé non rispettano; perché dal suo amore attratti essi prendano la persona ch’egli ama in loro: allora i ciechi vedranno.


Così egli deve dare per avere la ragione di sé, e averla in sé per darla; senza soste bat-