Pagina:La persuasione e la rettorica (1913).djvu/59

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la dura via lavorare nel vivo il valore individuale: e, facendo la propria vita sempre più ricca di negazioni, crear sé ed il mondo.

Questo è il voler avere le cose, e sé stesso nelle cose e neIle cose sé stesso: poiché il mondo non è che il mio mondo e se lo posseggo ho me stesso. «Reagisci al bisogno d’affermare l’individualità illusoria, abbi l’onestà di negare la tua stessa violenza, il coraggio di vivere tutto il dolore della tua insufficienza in ogni punto – per giungere ad affermare la persona che ha in sé la ragione, per comunicare il valore individuale: ed esser in uno persuaso tu ed il mondo». Questo ha detto l’oracolo di Delfo quando ha detto: Γνῶθι σεαυτόν.1


1°. Il dolore parla.
Allora il dolore muto e cieco di tutte le cose che in ciò che vogliono esser non sono, avrà per lui che ne avrà presa la persona, la parola eloquente e la vista lontana, poiché nel piacere grigio, nei dolori finiti di tutte le cose, che, per

  1. Ἐδιζησάμεν ἐμεωυτόν (Eraclito).
    Δίζημαι = cerco una cosa che non conosco, cerco una cosa, e nello stesso tempo cerco di sapere che cos’è questa cosa (radice ζη- <ζητέω> reduplicata). Come uno che non sa che cosa sia una superficie chiusa da una linea curva – ma sa che non ha angoli e sa cosa sono angoli, che cerca d’averla ricercandola fra le altre figure, scartando tutte quelle che hanno angoli: cercare con dati negativi. Così è la ricerca della ragione, del valore che non sappiamo che cos’è, ma sappiamo che non deve esser in riguardo all’irrazionalità del bisogno.