Pagina:La persuasione e la rettorica (1913).djvu/68

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persona non è nel saper mangiare, bere, dormire, pesare, camminare, più o meno bene, non è la persona che invecchia: – egli sa «anche» tutte queste cose. E pel suo sapere egli è fuori del tempo, dello spazio, della necessità continua, egli è libero: assoluto. Egli vive di ciò che gli è dato, di cui non ha in sé la ragione, ma nella sua conoscenza assoluta egli ha la Ragione; se il fine delle sue affermazioni vitali è in ogni punto paura della morte, ma nel suo Assoluto egli ha il Fine; se egli è in balìa delle cose e non ha niente, e se pur questo niente difende come valevole con ingiustizia verso tutte le altre cose, ma nell’Assoluto egli ha la Libertà, il Possesso, la Giustizia. Cosi egli porta intorno l’Assoluto per le vie della città. Egli non è più uno ma sono due: c’è un corpo, o una materia, o un fenomeno o non so cosa, e c’è un’anima, o una forma, o un’idea. E mentre il corpo vive nel basso mondo della materia, nel tempo, nello spazio, nella necessità: schiavo; l’anima vive libera nell’assoluto.

Ma se vogliamo chiamar corpo il sasso che mi casca sulla testa, è corpo il mio dolore, è corpo la mia paura di nuovi sassi, corpo la mia potenza e corpo le potenze che la mia potenza trascendono: corpo il caso e corpo il suo figlio primogenito: Iddio. Ma è anima Iddio? allora è anima il padre, anima il fluire delle potenze, anima la mia potenza, la mia paura, il mio dolore, la testa, il sasso. Se sapessi che cosa vuol dir corpo e cosa vuol dir anima, prenderei animosamente