Pagina:La persuasione e la rettorica (1913).djvu/69

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partito per una delle due parti – ma non lo so. Che sia corpo o anima il pane, quando ho fame lo mangio, e il mio stomaco, corpo od anima che sia, si sazia come si sazia. Il cibo è buono o il cibo è cattivo ma il sapore non so se sia corpo o anima, materia o forma. Una persona vale, io ho piacere di parlar con lei, le voglio bene, ma questa persona, questo valore, questo piacere, questo bene, se siano corpo o anima io non so.

Questo so che se l’assoluto abita nell’anima gli resta poco posto in ogni caso poiché o cominciamo di sotto e la materia prepotente snida l’anima fin dagli ultimi ricoveri della coscienza. O cominciamo di su e allora l’anima dà essa stessa ricovero a tante cose che finiscono per cacciar del tutto l’assoluto. – Come conosco l’assoluto se non conosco nemmeno il corpo, dite voi? – L’assoluto, non l’ho mai conosciuto, ma lo conosco così come chi soffre d’insonnia conosce il sonno, come chi guarda l’oscurità conosce la luce. Questo so che la mia coscienza, corporea o animale che sia, fatta di deficienza; che l’assoluto non l’ho finché non sono assoluto, che la Giustizia non l’ho finché non sono giusto, che la Libertà, il Possesso, la Ragione e il Fine non li ho finché non sono libero e finito in me stesso e non manco di niente, che mi si finga a fine nel futuro, ma ho il fine ragionevole ora qui tutto nel presente, non aspetto, non cerco, non temo, ma sono persuaso.

Ma gli uomini non hanno più bisogno d’