Pagina:La persuasione e la rettorica (1913).djvu/74

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Hanno bisogno del «sapere» e il sapere è costituito. Il «sapere» è per sé stesso scopo della vita, ci sono le parti del sapere, e la via al sapere, uomini che lo cercano, uomini che lo danno, si compra, si vende, con tanto, in tanto tempo, con tanta fatica. Così fiorisce la rettorica accanto alla vita. Gli uomini si mettono in posizione conoscitiva e fanno il sapere. –

Ma poiché il sapere è in questo modo necessario, è necessario anche che ci sia sempre richiesta. Altrimenti gli uomini che sanno per chi saprebbero? Che cosa sarebbe un infermiere se non ci fossero gli ammalati? e che strano animale sarebbe il medico allora! Ma gli ammalati si creano. – Quando i giovani batton l’ali per levarsi dalla vita consueta, quando esce loro dal cuore, strano e incompreso a loro stessi, il grido della vita, quando chiedono d’esser uomini veramente – questo non è che «sete di sapere», si dice – e con l’acqua del sapere si spegne la loro fiamma. Il fine certo, la ragione d’essere, la libertà, la giustizia, il possesso, tutto è dato loro in parole finite che si applicano a cose diverse e da queste poi si astraggono. Se in ogni cosa essi chiedono la vita, d’ogni cosa vien dato loro in risposta «a questa curiosità» l’ὄνομα ἐπίσημον (Parmenide): il nome che sia per segno convenuto. Poi la rettorica «coinvortica» come la corrente d’un fiume ingrossato, che uno non si può tener presso la