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DUE PAROLE

SULLA SICUREZZA PUBBLICA IN ITALIA



Felici sono quelle pochissime Nazioni, che non aspettarono che il lento moto delle combinazioni e Vicissitudini umane, facesse succedere all’estremità dei mali un avviamento al bene, ma ne accelerarono i passaggi intermedii con buone leggi.


Il pregiato periodico La Riforma nel suo articolo di fondo, sotto la data del 17 novembre 1871, disse, che

«La sicurezza è un bisogno supremo di tutti, e non vi è ministeriale o avversario del ministero, non vi è monarchico o repubblicano che non debba desiderarla e volerla completa.»

Nel rilevare questa esplicita dichiarazione del Giornale dell’Opposizione parlamentare, riguardo alla sicurezza pubblica, non posso a meno di farvi sincero plauso, ed associandovi la debole mia voce, soggiungo che, se in tutti i tempi fu sempre vivamente sentito il bisogno di guarentire la società dagli attentati criminosi dei tristi, molto più si fa questo bisogno imperioso al giorno d’oggi in cui si ha il dolore di dover assistere al ben deplorevole spettacolo dato da un’accolta dei più fanatici demagoghi d’ogni paese, i quali, abusando sacrilegamente della libertà, pretendono di distruggere la società attuale coll’insano pretesto di volerla riformare, mentre che poi tutto il loro malefico lavoro altro non è, fuorchè uno sfogo delle loro ree passioni, passioni che non possono trovare soddisfazione altrimenti che nel disordine, nell’anarchia e nella distruzione degli averi altrui, perchè essi rifuggono dal procurarsene coll’onesto, paziente e faticoso lavoro.