Pagina:La regina delle tenebre.djvu/93

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Qualche tempo dopo, Bellia, il servo di Antonio Dalvy, fu arrestato in fragrante spaccio di biglietti falsi. Perquisito, gli si rinvenne addosso una non piccola somma in biglietti, in parte buoni, in maggior parte falsi.

Egli parve o finse abilmente cascar dalle nuvole: disse che la somma era sua, che erano i suoi risparmi, il suo lavoro di dieci anni; poi depose di aver trovato un involto di denari, e che credendoli buoni se li aveva appropriati; e infine si confuse e contraddisse in mille modi. Fu condannato a tre anni e cinque mesi di reclusione.

Egli era un uomo bilioso, astuto, malvagio: il suo viso terreo, un gran naso spaccato nel mezzo, due occhi rossi e cisposi, inspiravano repugnanza a guardarlo.

Mentre stava in carcere e gli si instruiva il processo, trovò modo di mandare una persona fidata da Antonio Dalvy, dicendogli che cercasse in tutti i modi di salvarlo, chè altrimenti il negoziante se ne sarebbe amaramente pentito.