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Verso l’ anno 24 di questo secolo due egregi cantanti teatrali vollero riprodurre i due intermezzi, famosi nella storia musicale, ed al Fondo il Lablache e la Ungher fecero gustare la soavità e spontaneità delle note della Serva padrona. Due anni appresso si cantarono di bel nuovo al piccol teatro di Corte nel reai Palazzo di Napoli. Dopo circa nove anni, in Parigi, sul teatro degli Italiani, il medesimo Lablache, in compagnia di quella celebre cantatrice che fu Maria Malibran, provarono a' Francesi come il loro illustre concittadino Gian Giacomo Rousseau non s’ ingannava, quando, a svegliare l' estro musicale degli alunni maestri, consigliava loro di muovere in Italia a leggere i melodrammi del Measta sio, e ad ascoltare la musica, tra gli altri, del Pergolesi.

La Serva padrona, nota oggidì soltanto per lettura a' dotti passionati dell’ arte, hanno desiderato i signori Delafield farla ascoltare nel loro domestico teatro in forma da rispondere alla fama del maestro ed alla storica dignità della musica italiana. Trovarono concorso in quanti han sapore del bello vero, che non dechina col tempo, e che vorrebbe cullo non solo di tradizional venerazione, ma di studio severo dai giovani compositori di musica, cui non saprebbesi a bastanza, raccomandare la lettura degli antichi maestri, perchè addottrinandosi nella letteratura dell' arte, ne avessero in benefizio fecondità d' ingegno e corredo d' istruzione, serbando e crescendo la disciplina musicale, una delle non minori glorie d’ Italia.