Pagina:La statistica e i suoi metodi.djvu/16

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loro concertarsi, e lavorare, per così dire, in comune, soddisfacendo, colla uniformità del linguaggio e dei metodi a quella che è suprema condizione di ogni giudizio statistico, la omogeneità e comparabilità dei vari elementi.

A quest’ora, su tutta la faccia dei mondo civile è stesa come un’immensa rete di osservatorii, ordinati sopra uno stesso disegno, intenti di continuo a cogliere, in tutte le molteplici e svariate sue esplicazioni, la materia statistica, registrarla e diffonderne la cognizione, al modo stesso che altri osservatorii seguono nella loro vicenda i fenomeni astronomici e quelli della fisica cosmica.

Senonchè io sento, o Signori, che mi dilungo già troppo in questa prima parte del mio discorso, io che debbo ancora contare per buon tratto sulla vostra cortese indulgenza. Lasciatemi però aggiungere una sola linea al quadro, già tanto manchevoie, che ho tentato abbozzarvi; e sarà per ricordare la parte che anche in siffatto ordine di cultura è dovuta ai nostri connazionali.

A’ tempi antichi e mezzani noi avevamo contato al primo posto per l’eccellenza delle istituzioni e pei primi saggi un po’ ordinati di lavoro statistico; in appresso abbiam pure seguìto nell’arringo, e nei primi anni di questo secolo la scienza e l’arte statistica ci hanno debito di due nomi, che contano fra quelli de’ maestri, i nomi di Gioia e di Romagnosi; nè l’efficacia di quegli esempi può dirsi più perduta dappoi in alcuna delle regioni del bel Paese.

Senza aver trascurato, per quanto stava in noi, la parte positiva, e nel difetto della necessaria materia, contesaci spesso dalla sospettosa politica di governi antinazionali, abbiamo con certa predilezione elaborata la teoria; e parecchi altri nomi di egregi sarebbero da ricordarsi, anche fra i viventi. Più tardi, fin dai primi moti del nostro risorgimento, abbiamo fatto della Stati-