Pagina:La vallese.djvu/15

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nuta; gli occhi suoi si aprivano; il suo cuore per la prima volta sentiva in sè l’amor di Gesù; lo Spirito Santo, il Consolatore le insegnava pur ora, che poteva chiamare Iddio suo Padre, e credersi amata da Colui che aveva sempre temuto come Giudice.

— Dunque... posso io credere... che Gesù mi ha salvata? mi disse ella esitando, e come se avesse temuto di affermarlo.

— Ne dubitereste voi? ripresi io. Vi separereste voi stessa dal sacrificio del Redentore?

— No! No! M’è troppo dolce il crederlo. Oh! perchè non l’ho io conosciuto prima?

Per alcuni momenti ella tacque. L’anima sua contemplava questa verità. Ella pareva presa di stupore e di tenerezza! Alla fine, giungendo le mani e piangendo di gioia, disse, riguardandomi: Dunque sono stata salvata! II nostro Signore Gesù m’aveva ricomprata, ed io non lo sapeva! Oh che nuova, Dio mio! che buona nuova! Oh quanto è confortato il cuor mio! Quanto sono felice!

A queste parole ella si piegò e chinò la testa, come per riposarsi dopo una lunga fatica. Le lagrime le cadevano sulle mani giunte, e sull’ abito, e nei suoi singhiozzi si mischiavano i nomi di Padre, Gesù Salvatore!

— Dunque io sono salvata! ripetè, guardandomi ancora. Dunque Gesù ha pagato il mio debito! Tutto il mio debito! Lo pagava quando era su quella Croce, dove io l’ho veduto tante volte, senza conoscerlo mai! — Dio mio! Dio mio! esclamò ella, levando gli occhi al cielo. Dunque Tu hai avuto pietà di questa povera vecohia! Tu non hai voluto ch’io scendessi sotto terra, senza