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la maggior preoccupazione dello scolaro fu quella di schivare il temuto pedagogo che lo credeva a scuola e appena terminate le preghiere, quando la folla colle sue onde di mare agitato si mosse riversandosi verso le porte del tempio, egli, facendosi piccino, scivolando silenzioso, si confuse cogli ultimi, cogli umili, indifferente alla inferiorità del posto che occupava, pago di accompagnare l’uomo amato con tutto l’ardore, con tutto l’entusiasmo del suo cuore giovane.
La nebbia intanto, la strana, fantastica nebbia del novembre milanese, continuava a cadere molle e muta. Sulla piazza di S. Ambrogio, nel lungo viale sotto gli alberi, ogni forma perdendo la precisione del contorno si ingigantiva in una ciclopica visione di masse indecise salienti a toccare il cielo: e talora sembravano palazzi inaccessibili, soggiorno di geni e di fate; tal altra prendevano l’aspetto di monti iperborei sorti improvvisa-