Pagina:La villa di Poggio Imperiale.djvu/17

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sunto storico 15

per disprezzo all’autore Iacopo Polverini pratese avvocato fiscale, vero braccio di ferro del duca, e trovò non pochi ostacoli nei consiglieri perchè dettata con troppo spirito di vendetta e di avidità; talchè Angiolo Niccolini suo consigliere Segreto, non si peritò a disapprovarla apertamente. Ma il rigore di Cosimo prevalse a qualunque riguardo, e fu promulgata la legge stabilendosene col rigore più estremo l’osservanza delle disposizioni, sulle quali si tornò a maggior chiarezza nel 1556.

Intanto il giovane Alessandro di Piero Salviati era andato a mescolarsi coi fuorusciti fiorentini radunatisi a Roma sotto Piero Strozzi, prima che gl’imperiali disfacessero i senesi. Ma dopo quella disfatta, quando Carlo V prese la fortezza di Portercole dove s’erano rifugiati pochi superstiti dei fuorusciti di Firenze, fra questi si trovò il diciottenne Alessandro, che mandato nella fortezza di Livorno, ivi fu decapitato verso la fine del 1555.

Ora si vede che la legge polverina non fece che confermare il disposto d’altra legge precedente a danno del ribelle Alessandro Salviati, perchè non era certamente ancora promulgata quando la mano del fisco piombò sui beni di lui, cioè il palazzo e i tre poderi sopraddetti, già posseduti da suo padre. Ciò si prova, mi pare, col più attendibile documento che del caso e del tempo si possa produrre, voglio dire il Libro di fabbrica del