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bili capitani nelle sale della villa, e perdendo i quattrini che papa Clemente VII, l’implacabile carnefice della patria, gli mandava per pagare le soldatesche.

Illustrazione troppo fatale alla città di Flora fu quella che recò per via di giuoco e di tripudio al palazzo Baroncelli Filiberto di Chalons, il magnifico principe che avrebbe difesa Firenze con tutto il cuore se fosse stato fiorentino.

Consoliamoci pertanto che l’avviata celebrità del vetusto resedio non prosegue ad innalzarsi su’ duelli, nè su altri fatti di sangue, quantunque andiamo alla presenza dei Medici.

III

Cosimo I, lo svisceratissimo amico di Tommaso Baroncelli, succeduto nel ducato ad Alessandro, ebbe a superare parecchie difficoltà gravissime, e per più anni, prima di poter dormire, come suol dirsi, col capo tra due guanciali. Una delle sue precauzioni, forse la più importante, fu quella di fare nel 1548, fra i molti altri editti rivolti al medesimo fine in diversi tempi, la più terribile legge che si potesse immaginare a danno dei ribelli e fuorusciti, lor figliuoli e lor congiunti. Questa legge a doppia mira, proteggere il duca ed impinguare il fisco, fu chimata polverina