Pagina:La vita di Alessandro Tadino medico Milanese.djvu/9

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Chiamato Lodovico Settala nel 1027 alla carica di protofisico del Ducato di Milano, si elesse a suo luogotenente il Tadino, che poi nel 1628 fu altresì nominato Conservatore nel Tribunale di Sanità assieme a Senatore Settala, a'quali più tardi, quando cioè infuriava la peste, si aggiunse il Carcano.

A quest'epoca hanno principio le gravose fatiche e i pericoli frequenti, e perciò la gloria del Tadino. È noto che questi furono tempi oltre ogni dire calamitosi per il ducato di Milano tormentato aspramente e senza sua colpa da'peggiori guaj. Ed acciocchè si arrivi a giustamente valutare quanto in sì dolorose e tristissime circostanze fece il Tadino, converrebbe narrare per filo e per segno le vicende di quel tempo. Ma fortunatamente per me, e più ancora per i lettori questo fu già compiuto sì abilmente da Manzoni1 e da Cesare Cantù2, che arrogante, anzi sciocco dovria chiamarsi colui, che imprendesse a rifare la storia di tale periodo infelicissimo del nostro paese. Ond'è che ritenendo manifeste e chiare a tutti le miserie nostre di quell'epoca e le loro cagioni, toccherò solo e brevemente quel tanto, che sarà necessario a degnamente apprezzare quanto cotesto avveduto ed instancabile medico ed amorosissimo cittadino fece ad impedire o a scemare per quanto era da lui il cumulo di sì gravi infortunj.

La carestia, che cominciò a patirsi nel 1627, crebbe a dismisura nell'anno successivo per la scarsità del raccolto, per la copiosa esportazione de'grani all'estero permessa da ministri corrotti3, ed anche

  1. V. Promessi Sposi.
  2. V. Ragionamenti intorno alla storia Lombarda del secolo XVII e la Scorsa di un Lombardo agli Archivj di Venezia.
  3. Filippo Visconti, frate milanese, nel Commentarius de peste, quæ anni Domini 1630 Mediolani sæviit, publicato nell'appendice n.º 9 dell'Archivio storico italiano, Firenze 1845, a questa causa principalmente ascrive la carestia: «Erat, egli dice a pag. 495, per illud tempus caritas maxima, non tantum cœli inclementia et soli sterilitate, quam