Pagina:La vita di Erostrato scoperta da Alessandro Verri, 1815.djvu/144

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avea con deliberato animo stretta la face, ed altrettante la enormità del misfatto e la celeste potenza da lui con sforzi combattuta ma sentita, lo umiliò col terrore. Giunse alfine quella funesta e fra quante mai furono tenebrosa notte, in cui prevalsero gli Dei infernali. Era tutta la città immersa nel silenzio e nel sonno, ma in breve fu desta e in romore. Fremea il mare tempestoso. Da prima si udiva un cupo bisbiglio, poscia crescere in lamento, quindi scoppiare in grida per le vie, con istrepito di folla, e calpestio di frequenza. Incontanente fu la intera Efeso in iscompiglio, riconosciuta la vampa del tempio. Ciascuno si affrettava di recarvi acqua in conche, in orci, in brocche, in quanti vasi gli offeriva la sua masserizia. Ondeggiava in questi movimenti la calca, urtandosi, premendosi cadeano a mucchi affastellati i corpi sovra li corpi. Quindi il gemito per le membra frante, l’ambascia del respiro, le urla mortali. Piangeano