Pagina:La vita di Erostrato scoperta da Alessandro Verri, 1815.djvu/143

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una larva di trapassato. Per confermarsi poi nella audacia d’insultare gli Dei, quando più mugghiava il pelago tempestoso di notte sovra scoglio scosceso esposto al furore di Borrea sclamava: «Oh mostro insaziabile di morte, con quanto orgoglio le tue maestose onde la minacciano! Teti lusinghiera, meretrice Galatea or non già festose trascorrete nelle conche perlate i placidi flutti invitando i nocchieri col sorriso fallace, ma vi tuffate nel profondo per non udirne i lamenti. Tu almeno scuoti i lidi col tridente, palese tiranno, Nettuno superbo di tua possanza. Godi pur di questa, crudele persecutore di spose innocenti, mentre scorrono impuniti nel tuo regno immenso tanti ladroni corsali.» Da quello spettacolo passava alla foresta vicina nel cupo della notte, quando i turbini più fieri la scuotessero, e vi si inoltrava sfidando i venti, i fulmini, i numi della selva ad atterrirlo. Diverse fiate