Pagina:La vita di Erostrato scoperta da Alessandro Verri, 1815.djvu/37

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Rimbombava il cielo, tremava la terra. Il fischiare de’ flagelli, le grida de’ condottieri, il battere delle ugne, il fremere delle ruote si udiva quando la moltitudine tacea: quand’ella acclamasse, il romore simile a tempesta superava. Ma già venti bighe per casi diversi rimanevano nell’arena: i condottieri loro o feriti o percossi, o sdegnati si sottraevano. Correa Erostrato fra le rimanenti: i suoi destrieri anelavano alla vittoria quant’esso. Egli si avvolge alla meta: la stringe, la rade quasi, perchè sia minore il giro di trapassarla: ma altra biga spinge la sua contro la meta, le fracassa la ruota a cui urta, ed Erostrato ne è rovesciato. Procurando egli con le braccia stese di riparare il danno della caduta, percosse con tanto impeto le palme d’ambe le mani che rimasero intorpidite. Accorse il servo Glauco, e lo trasse dall’arena pietoso del suo signore, quanto questo adirato per gli oltraggi della fortuna. Intanto volgea spesso gli occhi die-