Pagina:La vite, l'acquavite e la vita dell'operaio.djvu/10

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10 la vite, l'acquavite


quella sagacia, che si fa tutto a tutti, spargano nella classe povera e rozza una larga semenza di bene, che dalla mia parola sola e nuda non sarebbe certo da attendersi. In così lieta speranza io più volentieri incomincio.

4. Il vino! quante cose belle e liete ci rammenta il vino. Le mense non si rallegrano, se non scende a brillare ne’bicchieri e ne’ calici; l’ospitalità non è contenta, se non comincia dal mescervi quest’umore giocondo; si adonta se voi gliel rifiutate; l’amicizia non sa fare a meno di offrirvelo: al cozzo de’bicchieri, i brindisi e gli augurii pare che prendano slancio più vivo: fino a’banchetti ufficiali, imperatori, re, ministri e cavalieri non si riguardano dall’accompagnare i viva con lo spumante Sciampagna. Al vino domanda l’operaio la forza, il vecchio la vigoria, il convalescente la salute, il poeta l’estro, l’oratore la parola, il soldato il coraggio, l’innamorato la ebbrezza dell’amore... Il vino è letizia, è verità, è vita..! degno veramente che la favola antica lo dicesse portato da un Nume: