Pagina:La vite, l'acquavite e la vita dell'operaio.djvu/20

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20 la vite, l'aquavite

16. Bevete dunque, o miei buoni operai: ma bevete con la vostra moglie, co’vostri figli, in mezzo al giulivo e innocente conversare della famiglia, ed il vino vi si convertirà in sangue, in forza, in allegria. Bevete, bevete poco, pochissimo se così piace alla vostra borsa, ma bevete del buono. E quando non potete beverne tutti i giorni, bevetelo un giorno sì e un giorno no, ma bevetelo che sia figlio legittimo della vite, non un intruglio del vinaio o del droghiere; e così potrete dire davvero d’aver bevuto alla vostra salute.

17. Fortunato l’uomo se sapesse usare a modo e verso de’doni della Provvidenza! Felice l’umanità, se ad ogni libertà sapesse e volesse assegnare un confine, e dire: io non lo passerò. Quanti meno mali corporei, quanti meno mali morali contristerebbero la faccia della terra! Credetelo a me, che ne ho fatta e ne vo’ facendo dolorosa esperienza tutto di, due terzi dei mali, per non dire di più, l’uomo se li lavora con le proprie mani: egli è brigante a sè medesimo.

18. Saranno due o tre anni, in una