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che tuttora conosconsi relativi all’amministrazione di questa repubblica nei tempi di mezzo, nessuno si trova che faccia più menzione delle cose de’ suoi cittadini in Scio dal sopraddetto anno sino al finir del secolo; anzi crederemmo che questo spogliamento fatto per parte dei Greci possa essere stato una delle cause per le quali l’ammiraglio genovese Benedetto Zaccaria, signore di Focea vecchia sul litorale della Natolia1, trovandosi nel 1301 in quelle acque con un numeroso naviglio, sbarcata improvvisamente nell’isola una buona mano di soldati, riuscì ad impadronirsene senzachè dagli storici che ciò narrano appaia che ancora vi esistessero case di commercianti o magistrati della sua nazione.
Ora dovendo parlare dei fatti di questo Zaccaria e de’ suoi discendenti, che ebbero signoria non solamente in Scio ma anche in altre parti dell’impero greco, crediamo utile di dire due parole sulla loro origine.
Secondo il Ganducci2 venne questa famiglia nel secolo XII da Gavi, terra nell’Appennino ligure, a stabilirsi in Genova, dove aveva già nel 1182 nel quartiere detto de castello casa con portico, ed il primo di essi del quale abbiasi notizia è un Zaccaria, padre che fu di altro Zaccaria detto, a distinzione di quello; de castro o de castello dal quartiere della città nel quale abitava, e questi doveva già possedere un magnifico asse, vedendo in carta del 1252 che per emancipare il suo quintogenito Giovanni gli aveva dato terre pel valore di cinque mila lire genovesi, le quali, visto che un fiorino d’oro di Firenze correva nel 1276 in Genova per soli soldi quatordici, che l’emina di grano vi costava da otto soldi, e circa dieci la mezzaruola di vino3, facilmente si comprende qual egregia somma per quei tempi esse costituivano.
Ora di questi cinque figli, nell’albero genealogico che crediamo bene d’inserire affine di poter conoscere qual grado di parentela esistesse tra quei Zaccaria dei quali abbiamo a trattare, riporteremo soltanto quelli che ebbero signoria in Scio, o che da essi discesero.
- ↑ «Questi era già stato nel 1384 ammiraglio in patria, e tale era il prodotto dell’allume che ricavava da Focea, che il suo figlio Paleologo troviamo averne venduto nel 1298 in una fola volta cantari grossi 660 per L. 2000 di Genova.»
- ↑ Famiglie genovesi. M. S. dell’archivio del regno in Torino.
- ↑ Pandette Richeriane, fogliazzo I, ossia estratto dei protocolli dei notai di Genova Archivio generale del regno.