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Pagina:La zecca di scio.djvu/48

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le più antiche che sono le meglio conservate, quantunque nessuna nuova di zecca, esse ci danno in comune grammi I, e siccome compariscono d’argento uguale a quello dei grossi e ne pesano la metà, essendoché delle minime frazioni trattandosi di monete tanto usate è impossibile potere tener conto, in conseguenza esser non possono che mezzi grossi da ventiquattro per un perpero, epperciò caratti.

Abbiamo ancora notizia dell’esistenza di due altre monete colle iniziali di Martino e Benedetto II senza però conoscerne il disegno, né averne la descrizione, ma solamente la leggenda di uno dei lati, che quantunque poca cosa, crediamo però utile di dare. Una ha le lettere M. &. B. Z. S. V. IMP., e l’altra M. &. B. Z. S. V. IMPR., cioè Martinus et Benedictus Zacharie Sii Vicarii Imperatoris1; leggende tali che non potendo esser contenute in una moneta se non di diametro piuttosto grande, ci lasciano credere che debbano appartenere a matapani simili a quelli dei quali ora parleremo.


MARTINO solo.


Abbiamo veduto che Benedetto, indispettito contro il fratello, doveva già nel 1315 essersi allontanato da Scio, restandone così a Martino libero il possesso; e ciò non solamente ci viene detto dagli storici ma provato anche dalle monete che ci pervennero battute esclusivamente a suo nome.

Esse sono d’argento e di due specie, matapani e tomesi piccoli, cioè di quelle de’ Latini che avevano corso nel commercio di Levante. Dei matapani ossia grossi contraffatti ai buoni di Venezia, diamo due esemplari con leggenda diversa, ma ambidue nel diritto, dove nel veneto vedesi S. Marco in piedi che tiene colla sinistra il libro dei vangeli e dà colla destra una bandiera al doge, che ad imitazione della figura dell’imperatore greco (come sta

  1. «Si noti in questa leggenda il titolo di vicario dell’imperatore preso dai due fratelli, il quale dovrebbesi pure trovare sulle monete del loro padre ed avo quando se ne avessero, e che prova quanto abbiamo veduto essere stato scritto dallo storico Cantacuzeno che ciò si era convenuto tra quelli imperatori ed i Zaccaria.»