Pagina:La zecca di scio.djvu/47

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Filippo di Taranto a favore di Martino, si qualifica questi nel 1315 come solo signore di Scio; tuttavia, abbenchè forse appena un anno siano stati uniti, una moneta col nome di ambidue i fratelli conosciamo, comunicataci dalla cortesia del sig. Lambros.

Questa è di buon argento (T. I, N. 1) ed ha nel diritto una croce patente colle braccia un po’ ornate nelle estremità e con quattro perle nei loro angoli: attorno leggesi ☩ M. &. B. ZACHARIE, cioè Martinus et Benedictus Zacharie; nel campo del rovescio vedesi un castello con tre torri merlate, stemma crediamo della città, quando alle volte non fosse quello dei Zaccaria ora direi ignoto1, che forse potrebbe anche esserlo stato essendo questo ramo detto de Castro da un Zaccaria avo di Benedetto I, perchè in Genova teneva casa e portico nel quartiere di Castello; comunque però la cosa sia, esso è quello che sempre vediamo sulle monete di Scio, e che in seguito fu adottato dai maonesi, i quali col nome di Giustiniani lo conservano qual proprio stemma sino al presente.

La leggenda attorno al campo in questo pezzo è ☩ CIVITAS . SYI, scritto secondo i Greci che la chiamavano Χιος, nome che verso il secolo XV venne alterato e latinamente detto Chios.

L’esemplare che descriviamo è del peso di grani 15.6, pari a grammi 0.815 e d’argento buono, onde non può essere nè un grosso, nè un aspro, nè un tornese piccolo, ma siccome è improbabile che i Zaccaria abbiano nella nuova loro moneta voluto altre imitare che quelle meglio conosciute nell’impero greco, chè altrimenti essa non avrebbe potuto essere che con difficoltà ricevuta, epperciò dobbiamo procurare di conoscere se il nostro pezzo non sia uno spezzato od un moltiplo di una delle sopraddette. Esso dal tipo che offre e dalla legge dalla quale vedesi retto, appartiene senza dubbio alla stessa classe di quelle monetine che numerose abbiamo dei maonesi, come in seguito vedremo, e battute nel XIV e XV secolo; ora fra queste scegliendo

  1. «Il Della Cella nelle Memorie di diverse famiglie di Genova e di Riviera estinte e viventi 1789 (Manoscritto della Biblioteca del Re in Torino), a foglio 163 dà lo stemma dei Zaccaria inquartato 1 e 4 d’oro, 2 e 3 di rosso, ed in appoggio cita il Rivarola Description chronologica, y genealogica, civil, politica y militar de la Serenissima Repubblica de Genova, su govierno antiquo y moderno. Madrid 1729. Tomo I, fol. 471. Quest’autore però dice solamente che tale era quello usato dal ramo che possedette la città di Porto Santa Maria in Spagna senza addurne prova; ma né in Genova, né nelle possessioni che questa famiglia ebbe in Levante esso punto si trova.»