Pagina:LadonnafiorentinaDel Lungo.djvu/29

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nei primi secoli del comune 13

nati, è ucciso sul Ponte Vecchio, a pie della statua di Marte; di dentro al cui idolo i vecchi e savi fiorentini riconoscono operarsi dal diavolo, per vendetta, la distruzione della cristiana città,

                                                            che nel Batista
                    mutò il primo padrone : ond' ei per questo
                    sempre con l'arte sua la farà trista. 20


Un'antica cronichetta21 rappresenta, come in funebre fantasmagoria, il corpo sanguinoso esser portato per la città fra i pianti e le grida, e nella stessa bara, col capo in grembo, starsi tutta in lacrime la seduttrice fatale, o forse vittima innocente ella stessa delle suggestioni domestiche. Certo è che cotesta figura di donna, sott'ogni rispetto sciagurata, ritrae dal vero e in sé bene raccoglie i tanti e vari e ignorati patimenti che, per tanti anni appresso di cittadine battaglie, si accumularono sulla donna fiorentina:

                         .... infelici ....
                         che il duol consunse; orbate
                         spose dal brando: vergini
                         indarno fidanzate;
                         madri che i nati videro
                         trafitti impallidir.22


Quel «nobilissimo e feroce leone» del quale racconta la cronica che si teneva pel Comune nella piazza di San Giovanni, — e uscito della sua stia, correndo verso Or San Michele, afferra un fanciullo, e «tenealo traile branch »; e la madre, «che non ne avea più » se non questo che « le rimase in ventre » quando le fu ucciso il marito, « come « disperata, con grande pianto, scapigliata, corse contro il leone, e trassegli il fanciullo delle branche, 'e il leone nullo male fece al fanciullo né alla donna, se non ch'egli guatò e ristettesi»23 — e' rendeva, il leone, i figliuoli alle madri: ma il Comune, del quale egli era superbo