Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/271

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236 platone.

gli Eresiadi, che comperai da Callimaco, al quale è vicino da tramontana Eurimedonte mirrinusio, da mezzodì Demostrato xipetese, da mattina Eurimedonte mirrinusio, da sera Cefiso; tre mine d’argento; una guastada d’argento del peso di censessantacinque dramme; una coppa stimata quarantacinque; un anello d’oro e un orecchino d’oro, tutti e due insieme del valsente di quattro dramme e tre oboli. — Il Tagliapietre Euclide mi è debitore di tre mine. — Lascio libera Artemide; servi Ticone, Bieta, Apolloniade, Dionisio. — Le suppellettili descritte, di cui ha l’inventario Demetrio. — Non debbo nulla ad alcuno. — Curatori Sostene, Speusippo, Demetrio, Egia, Eurimedonte, Callimaco, Trasippo.“ E così testava. — Furono scritti sopra il suo sepolcro questi epigrammi. Primo:

     Chiaro per temperanza infra i mortali
       E per giustizia di costumi, giace
       Il divino Aristocle in questa tomba.
       Che se fra tutti alcuno ebbe gran lode
       Di sapienza, egli maggior l’ottenne,
       Nè dall’invidia fu seguito mai.

Altro:

     Entro il suo seno questa terra il frate
       Asconde di Platone de’ beati
       Immortali le sedi hanno lo spirto.
       Il figliuol d’Aristone, ogni uom dabbene,
       Anco abitando da lontano, onora,
       La divina sua vita in contemplare.