Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/322

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annotazioni 287

Dalla direzione del cerchio del diverso ec. — Il movimento da sinistra a diritta è quello che gli ultimi platonici hanno chiamato razionale, paragonandolo all’andamento che segue la ragione umana che parte da Dio, per ritornare a Dio per mezzo della contemplazione delle sue opere, come il movimento del medesimo parte da sinistra per ritornare al medesimo punto passando per la divinità. Il movimento da diritta a sinistra, che è quello del diverso, è stato paragonato al movimento sensibile dell’uomo. Questo movimento sensibile è quello per il quale, dopo di esserci innalzati dalla creatura a Dio, noi ricadiamo nella creatura. — Cousin.

XLI. Due principii, materia e Dio ec. — „Dio, sostanza formata dall’essenza delle idee, i cui caratteri sono unità, universalità, invariabilità — materia, principio del variabile, dell’imperfetto, del finito. — Il variabile non potendo essere conosciuto, senza aver relazione coll’invariabile, dovette questo agire sul primo per imprimergli la forza delle idee. Quindi Iddio sostanza, e cagione; sostanza delle idee, cagione delle forme, che nell’ordine variabile sono la impronta esterna delle idee. Ecco il platonico [testo greco], il Verbo, che contiene le idee eterne, tipi di ogni cosa, per mezzo delle quali, considerate sotto quel duplice rapporto, si giugne soltanto alla conoscenza di Dio. Ciò che torna lo stesso: Dio non poter essere conosciuto e non rivelarsi all’intelligenza che per mezzo del suo Verbo. — Ma Dio non poteva produrre il mondo, perchè dotato di caratteri diametralmente opposti a’ suoi. V'ha dunque fuori di Dio un principio del variabile, che non avendo potuto uscire da Dio, esiste per sè, come Dio. Questo principio è la materia. — La nozione di questi due principii conduce a riconoscerne un terzo. Il mondo non esisterebbe se Dio non avesse agito sulla materia; perchè la materia, rimasta nel suo stato di passività e di indeterminazione, nessuna for-