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Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/396

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360 annotazioni.

re. Un senato consulto ordinò loro di abbandonar Roma immediatamente, per tema ebe ne fosse corrotta la gioventù. — Il ragionamento di Carneade contro la giustizia ci fu conservato da Lattanzio; gli argomenti in favore si sono smarriti. — Merita di essere ricordalo questo suo detto: L’arte di cavalcare essere la sola cosa che i principi apprendano perfettamente. Gli altri maestri adularli; lasciarsi vincere que’ che lottano con loro; ma un cavallo rovesciare per terra tutti i maldestri senza distinzione di grado. E un altro che onora questo filosofo per una morale che non teme riscontro: Se si sapesse in segreto che un nemico dovesse venire ad assistersi sull’erba in cui fosse nascosto un aspide, bisognerebbe avvertirnelo, quando pure nessuno potesse sapere che si avesse taciuto. — Biograf. e piò distesamente Bayle.


CAPO X.


Clitomaco.


II. Sia oltre quattrocento libri. — Borek traduce quaranta. Per altro Cicerone, parlando degli scolari di Carneade dice: Declarat multitudo librorum ingenii non minus in hoc, quam in Carneade eloquentiae.

Clitomaco successore di Carneade sostenne e difese nei molti suoi scritti l’incertezza academica. Le sue quistioni sulla divinità, contro gli stoici, lo fecero tenere per ateo. Credette che l’amore della vita fosse un inganno, e preferendo, come miglior cosa, la morte, si uccise di propria mano, dando a divedere che ei non era avverso alle probabilità. Cicerone dice che aveva uno spirito sagacissimo come tutti i Cartaginesi. — Morì l’anno 100, avanti l’e. v.