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Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/400

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362 capo primo

demia Senocrate; che tornando poi, e vedendo sotto un altro la scuola, elesse il passeggio (περίπατος) ch’è nel liceo, e sino all’unzione innanzi e indietro cogli scolari filosofò; donde ebbe il nome di passeggiatore (περιπατητικός). Altri afferma che in presenza di Alessandro, il quale dopo una malattia passeggiava, alcuna cosa disputò; ma che finalmente, divenuti già molti, si pose anche a sedere, dicendo:

     Turpè, se parla Isocrate, ch’io tacia.


E i discepoli esercitò insieme nelle tesi, educandoli in pari tempo anche alla maniera dei retori.

V. Che in seguito si recò da Ermia l’eunuco, tiranno degli Atarnei, il quale altri dicono che fosse suo mignone, altri seco imparentato, per avergli data in moglie una figlia od una nipote, siccome afferma Demetrio magnesio ne’ suoi libri Dei poeti e degli scrittori di uno stesso nome, il quale soggiugne anche ch’Ermia fu uno schiavo di Eubulo, di razza bitinio, e che uccise il suo padrone. Aristippo per altro, nel libro Delle delizie antiche, dice che Aristotele amò una concubina di Ermia; che e la sposò col suo assenso e, per eccesso di gioia, sagrificò a quella donnicciuola, come gli Ateniesi a Cerere eleusina; e che scrisse ad Ermia un peana che qui entro si scrive.

VI. Che poscia fu in Macedonia presso Filippo, e da lui ricevette a discepolo il figlio Alessandro; che a questo chiese di rialzargli la patria rovinata da Filippo, e l’ottenne, e perciò anche vi costituì leggi; che pari-