Vai al contenuto

Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/434

Da Wikisource.
394 capo iv

VIII. Furono anche altri Liconi: Primo, un pitagorico. — Secondo, quest’esso. — Terzo, un poeta epico. — Quarto, un poeta di epigrammi.

IX. Ci siamo abbattuti anche nel testamento del filosofo ch’è questo:

„Così dispongo della mia roba, se non potrò sopportare questa malattia: Lascio tutto quanto è in casa ai fratelli Astianatte e Licone; e di questo reputo doversi restituire ciò che debbo in Atene da chiunque io l’abbia avuto o pigliato, e ciò che nel funerale e nell’altre cose si potesse spendere. — Quello che si trova in città ed in Egina, lascio a Licone; perchè e porta il nostro nome, e dimorò gran tempo assai amorevolmente in nostra compagnia come si conveniva a chi tenea il luogo di un figlio. — Lascio il passeggio agli amici che lo desiderano, Bulone, Callino, Aristene, Amfione, Licone. Pitone, Aristomaco, Eracleo, Licomede, Licone mio nipote. Propongano poi essi colui che crederanno perchè rimanga sopra la scuola e sia abile, in tutto, a mantenerla; e vi cooperino insieme, per amor mio e del luogo, gli altri amici ancora. — Del funerale e dell’abbruciamento avranno cura Bulone e Callino coi famigliari, perchè non sia nè gretto, nè ricercato. — Parte delle mie entrate in Egina, dopo la mia morte, distribuisca Licone a’ giovani per le unzioni, affinchè e di me e di chi mi ha onorato sia memoria per l’utilità che ad esse è congiunta. — E ponga la nostra statua; ed esamini il luogo ove sia conveniente di collocarla; e ne lo ajutino Diofanto ed Eraclide di De-