Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/453

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annotazioni 413

no e l’altra. Così Aristotele con Diogene. Quindi in vece di [testo greco] dessi leggere [testo greco] ec. — Quando Diogene offerì ad Aristotele un altro ficosecco, questi lo accettò, ma scherzò all’uso dei ragazzi, i quali alzando in alto il dono che ricevevano, lodavano il donatore con queste parole: [testo greco]“. — Kuhnii.

XII. Compose un gran numero di libri. — Molte opere attribuite ad Aristotele ancora sussistono, che sono ben lungi dal comprendere tutte quelle che gli antichi possederano sotto il nome di lui, e delle quali abbiamo due cataloghi oltre questo del nostro Diogene. Le stesse citazioni di Aristotele provano che la maggior parte delle sue opere è perita, sebbene citando spesso la stessa opera sotto titoli differenti, non sia facile decidere, al dire di Ritter, quali siano gli scritti citati, perduti o serbati sott’altro titolo. — Vedi in proposito la lunga nota dello stesso Ritter. — Alla divisione della sua scuola dobbiamo quella delle sue opere in acroatiche o acroamatiche ([testo greco] che si ode) ed exoteriche ([testo greco] esterno). Questa divisione, dice Ritter, sembra fondata sulle stesse espressioni di Aristotele, quantunque per lo più equivoche, ad eccezione di un passo solo, dal quale risulta ch’e’ mettea differenza tra le ricerche exoteriche e le ricerche filosofiche. Le prime contenevano una dottrina comune che tutti potevano intendere, le seconde, destinate a’ suoi discepoli, avevano mestieri di essere spiegate colle lezioni. — Sono note le supposte avventure corse dalle opere di Aristotele, prima di giugnere sino a noi; che forse non ebbero altro scopo che di aumentare il pregio dell’edizione di Andronico.

XIII. Che doppio sia il concetto della filosofia ec. — Si attribuì ad Aristotele anche questa divisione, ma egli ne dà espressamente un’altra, quella cioè che già si trova in Pla-