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Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/53

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solone. 31

fossero alternatamente cantati dai rapsodi, cioè che dove il primo cessava là incominciasse il successivo. Meglio adunque Solone illustrò Omero di Pisistrato, al dire di Dicuchida nel quinto de’ Megarici. Erano in particolare questi i versi:

     Que’ che teneano Atene — ec.

e ciò che segue — Primo Solone chiamò il giorno trentesimo del mese vecchia e nuova luna (παλιά και νέα σελήνη); primo fece un concilio di nove arconti che giudicassero uniti, come afferma Apollodoro nel secondo dei Legislatori — Nata una sedizione, egli non si pose nè con que’ della città, nè con que’ della campagna, e nè pure con que’ della marina.

X. Diceva, essere il discorso immagine delle opereil re fortissimo per possanzale leggi simili ai ragnateli, poichè se alcuno debole e leggiero v’incappa, ne è ritenuto, se più potente, lacerandoli se ne va. — Diceva parimente, doversi sigillare il discorso dal silenzio, il silenzio dall’opportunità — Diceva, i potenti che stanno presso a’ tiranni essere simili ai sassolini, coi quali si calcola, che ognuno di essi or più or meno rappresenta; del pari i tiranni fare ognuno di costoro or grande ed illustre, ora spregevole — Interrogato, perchè non avesse fatta una legge contro il parricida? rispose — Poichè sperava che non si desse — e, come potrebbero gli uomini commettere meno ingiustizie? Se parimente, rispose, se ne graveranno e quelli che le ri-