Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/54

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cevono, e quelli che non le ricevono — e, Dalla ricchezza nascere la sazietà; dalla sazietà l’insolenza.

XI. Stimò egli a proposito che gli Ateniesi regolassero i giorni secondo la luna. Vietò a Tespi di recitare e d’insegnare tragedie, siccome inutili menzogne; e quando Pisistrato ferì sè stesso, da quelle, disse, nascere tai cose.

XII. I consigli che dava agli uomini, come afferma Apollodoro nel suo libro intorno alle sette dei filosofi, erano questi: Abbi più fede alla probità che al giuramentoNon dire menzognaMedita le cose preclateNon essere sollecito a procacciarti amici; i quali se ti sarai procacciati non dispregieraiComanda, prima imparando a obbedireConsiglia, non le cose che piacciono più, ma quelle che sono miglioriFatti guida la ragioneNon conversare co’ malvagiOnora gli DeiRispetta i genitori.

XIII. Raccontasi di lui, che avendo scritto Mimnermo:

     Senza cure moleste e senza morbi
    Il mortai fato al sessagesim’anno
    Me sorprendesse almen

egli riprendendolo dicesse:

     Ora s’hai fide in me, togli cotesto,
     Nè invidiarmi se meglio io di te parlo!
     Ma ricomponi con baldanza e canta:
     Il mortal fato all’ottantesim’anno
     Me sorprendesse almen