Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/77

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CAPO VI.


Cleobulo.


I. Cleobulo figlio di Evagora era lindio di Caria, siccome afferma Duri. Altri la schiatta di lui fa salire sino ad Ercole: essere stato per beltà e robustezza ragguardevole: avere in Egitto apparata filosofia. Ebbe una figlia Cleobulina poetessa di enimmi in esametri, della quale fa menzione anche Cratino nella favola dello stesso nome, scritto al numero del più. Rinnovò il sacrato di Minerva eretto da Danao.

II. Compose canzoni e indovinelli (γρίφους) sino al numero di tre mila versi; e alcuni dicono fattura di lui quest’epigramma sopra Mida:

     Son di bronzo la vergine che giace
     Sul sepolcro di Mida. In fin che l’acqua
     Scorre; verdeggian l’ampie selve; il sole
     Brilla nascendo, e la splendente luna;
     Finchè corrono i fiumi e il mar dilaga;'
     Di lui sul lagrimato avel posata
     Dico a chi passa — qui sepolto è Mida.

Ne arrecano a testimonio la canzone di Simonide, dove è detto:

     Chi loderà, se pure ha senno, il lindio
     Cittadino, Cleobulo, che ai fiumi