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Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/122

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106 capo primo

posta di quelle che esistono nella separazione, ed inferisce il resto, come: O è giorno, o è notte; ma non è notte; dunque è giorno. — Ad un vero, secondo gli Stoici, segue un vero, siccome al giorno è, il chiaro è; ad un falso un falso, come al notte è, falso, il buio è; e ad un falso un vero, come al volare la terra, lo esistere la terra. Ad un vero per altro non tiene dietro un falso, poichè all’esistere la terra, non consegue il volare la terra. V’ha eziandio alcuni ragionamenti imbarazzanti, coperti, e nascosti, e ammucchiati, e cornuti, e impersonali. Il coperto è di sì fatta maniera: Due non è poco, e nè pur tre, nè manco questo certo, nè eziandio quattro, e così sino a’ dieci. Ora due è poco, dunque anche dieci. L’impersonale è un ragionamento che ha forza congiuntiva, e consta dell’indefinito e del definito, ed ha la minore e la conseguenza, come: Se uno è qui, costui non è in Rodi.

L. E tali sono gli Stoici nelle cose logiche da affermare con asseveranza che solo il sapiente è dialettico; tutto per via di speculazione discernersi ne’ ragionementi, e quante pertengono al tipo fisico, e quante eziandio al morale. Poichè che s’abbia a dire in logica, e circa la giusta applicazione de’ nomi, e come per le opere statuirono le leggi, nulla si afferma. Ma che due essendo le consuetudini subordinate alla virtù, l’una osserva che sia ciascuna cosa esistente, l’altra come si deggia appellare. — E per essi tale è la logica.

LI. La parte morale della filosofia dividono nel luogo dell’appetito e dei beni e dei mali, e in quello delle passioni e della virtù e del fine e della prima estimazio-