Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/173

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156 capo vii

Apollonide, 1 — A Pasilo, Dei predicamenti, 4. — Classe quiota: Dei cinque casi, 1 — Degli enunciati definiti secondo il subietto, 1 — Della rappresentazione a Stesagora, 2 — Degli appellativi, 2. — Del luogo logico circa la dizione e il discorso che da essa deriva, classe prima: Di enunciati singolari e plurali, 6 — Di dizioni a Sosigene e Alessandro, 5 — Dell’anomalia nelle dizioni a Dione, 4 — Dei soriti spettanti alla voce, 3 — Dei discorsi solecizzanti a Dionisio, 1 — Discorsi fuor dell’uso, 1 — Dizione a Dionisio, 1. — Classe seconda: Degli elementi del discorso e di ciò che si dice, 5 — Della costruzione di ciò che si dice, 4 — Della costruzione e degli elementi di ciò che si dice a Filippo, 3 — Degli elementi dell’orazione a Nicia, 1 — Di ciò che si dice ad altri, 1. — Classe terza: Contro quelli che non usano divisione, 2 — Delle cose ambigue ad Apolla, 4 — Delle ambiguità tropiche, 2 — Dell’ambiguità tropica riunita, 2 — Su ciò che scrisse Pantodico delle cose ambigue, 2 — Dell’introduzione alle ambiguità, 5 — Epitome delle ambiguità ad Epicrate, 1 — Cose riunite per l’introduzione alle materie ambigue, 2. — Dei luoghi logici pei discorsi e pe’ tropici, classe prima: Arte dei discorsi e dei tropi a Dioscoride, 5 — Dei discorsi, 3 — Della composizione dei tropi a Stesagora, 2 — Paragone di assiomi figurati, 1 — Di ragionamenti reciproci, e congiunti, 1 — Ad Agatone ovvero dei problemi che si succedono, 1 — Di alcune cose sillogistiche e con altra e con altre, 1 — Delle conchiusioni ad Aristagora, 1 — Del potersi ordinare uno stesso ragionamento in più maniere, 1 — Sulle cose che si oppongono a che il me-