Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/176

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crisippo 159

trodoro,, 1, 2, — Classe seconda: Dei simili ad Arisloteie, 3 — Dette definizioni a Metrodoro, 7. — Classe terza: Delle cose che non rettamente si dicono contro le definizioni a Laodamante, 7 — Probabili nelle definizioni a Dioscoride, 2 — Delle specie e dei generi a Gorgippide, 2 — Delle divisioni, 1 — Dei contrari a Dionisio, 2 — Probabili nelle divisioni, generi e specieDei contrarj, 1. — Classe quarta: Di cose etimologiche a Diocle, 7, — Di etimologici a Diocle, 1. — Classe quinta: Dei proverbj a Zenodoto, 2 — Dei poemi a Filomate, 1 — Del come debbansi ascoltare i poemi, 2 — Contro i critici a Diodoro, 1. — Del luogo morale circa i ragionamenti comuni, secondo le da esso costituite arti e virtù, classe prima: Contro il rinnovamento delle pitture a Timonacta, 1 — Del come ciascuna cosa diciamo e pensiamo, 1 — Delle nozioni a Laodamante, 2 — Dell’opinione a Pitonatte, 3 — Dimostrazioni sul non dovere il sapiente aver una opinione, 1 — Della comprensione, della scienza e dell’ignoranza, 4 — Del discorso, 2 — Dell’uso del discorso a Leptine. — Classe seconda: Che gli antichi approvarono la dialettica con dimostrazioni a Zenone, 2 — Della dialettica ad Aristocreonte, 4 — Delle cose che si oppongono a’ dialettici, 3 — Della retorica a Dioscoride, 4 — Classe terza: Dell’abitudine a Cleone, 3 — Dell’arte e del difetto d’arte ad Aristocreonte, 4 — Della differenza delle virtù a Polli, 2. — Del luogo morale circa i beni ed i mali, classe prima: Dell’onesto e della voluttà ad Aristocreonte, 10 — Dimostrazioni del non esser fine la voluttà, 4 — Dimostrazioni del non esser un bene la voluttà, 4 — Delle cose che si dicono.