Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/182

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annotazioni 165

mente l’ipocrisia, l’egoismo, la viltà, fattura di altre istituzioni, sostituirono le antiche sette, massime la stoica.

XXXIII. Paragonano la filosofia ad un animale ec. — Divisione ordinaria della filosofìa. Qui per altro, osserva Ritter, gli Stoici esprimono assai chiaramente il pensiero, che le parti della filosofìa formano un tutto indivisibile, e sono come impiantate dalla natura le une nell’altre. — Al modo che il guscio non è che un inviluppo di ciò che contiene, che le ossa e i nervi non sono che istromento dell’anima, anche la logica non è che un organo per le altre parti della filosofia. All’incontro di Platone, che tenera la dialettica come il punto centrale di tutta la sua filosofia, e di Aristotele, che vedeva nelle ricerche logiche, non solo sopra la scienza, ma anche sui principi generali delle cause e dei fenomeni fisici ed umani, ciò che v’ha di più eccellente e sicuro nelle conoscenze.

XXXIV. Dividere la parte logica. — „Molto più estesa di quella d’Aristotele, perchè forma parte integrante della scienza del savio; perchè si propone per oggetto la materia stessa della verità, e perchè essa abbraccia in sè una parte della psicologia, della logica propriamente detta, della grammatica e della retorica. — Si fonda sopra una teorica delle percezioni. Ogni percezione primitiva risulta da impressioni prodotte sull’anima, e si chiama, a questo rispetto, [testo greco], visum. Da queste prime percezioni sensibili la ragione, forza attiva, superiore e dirigente, [testo greco] (il signoreggiante), genera tutte le altre nostre nozioni e giudizj. Le vere sono [testo greco], altrimenti [testo greco], vale a dire quelle che sono verificate dal loro oggetto stesso, e corrispondenti a questo oggetto, alle quali è sempre congiunto un libero assentimento, e che formano la base della scienza. La regola del vero è per conseguenza