Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/191

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ci insegna, dice Ritter, che gli Stoici non aspiravano a prendere il buono che nella sua più alta significazione, e ad allontanare dalla sua idea tutto che è relativo. Il preferibile non sembra evidentemente ad essi che un bene particolare: ma il carattere generale della loro dottrina li conduceva al disprezzo del particolare.

LXVII. Discorso fisico. — „Tutto quello che è reale, tutto quello che può agire e patire è corpo, secondo gli Stoici. Distinguono essi corpi solidi, [testo greco], e corpi non solidi. Il luogo, lo spazio, il tempo sono cose incorporee. — Due principi eterni di ogni cosa, l’uno passivo, la materia, [testo greco], l’altro attivo, dio, il principio plastico, che non forma che uno colla natura, e dal quale derivano l’azione, la forma e la costituzione finale delle cose. Dio è un fuoco vivente artificiale, non simile al fuoco ordinario; ed è pur chiamato [testo greco] od etere, e forma e ingenera e penetra tutto, secondo certe leggi, [testo greco], in somma egli è la legge universale che si esercita sulla materia, e la legge di tutta la natura. — Dio è nel mondo, non fuori del mondo. Anche il mondo è un essere vivente e divino. Da ciò l’associazione, in questa dottrina, della previdenza, [testo greco], e del destino, [testo greco], considerato cometa concoordanza necessaria delle cause e degli effetti nel mondo. L’idea di concordanza condusse Crisippo alla dottrina del determinismo; dal che muovono ancora l’ottimismo, la divinazione, [testo greco], e l’interpretazione del politeismo mitologico per mezzo della fisiologia e della teologia.“ — Tennemann.

LXVIII. Due essere i principi di tutte le cose ec. — „Dalla distinzione tra l’attivo e il passivo nasceva il doverli legare intimamente. La teorica degli Stoici si divide io due parti, di cui l’una esamina ciò che agisce, l’altra ciò ch’è prodotto. Il passivo, considerato come principio delle