Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/194

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annotazioni 177

menti per mezzo del fuoco artificiale, era da essi considerata come un corso naturale e necessario. Il fuoco, per la condensazione, si trasforma in aria, più condensato ancora, diventa acqua, e dall’acqua si forma, per una parte, condensandosi, la terra, per l’altra, dilatandosi e vaporandosi, l’aria, che più ancor rarefatta, ridiviene fuoco. Questa metamorfosi comincia quando il centro del mondo viene a formare una specie di precipitato, e che in seguito stendendo più lungi la sua azione, ei spegne quello che lo circonda; ma allora l’opposta periferia, ch’è di natura ignea, comincia a sua posta a reagire; e in questo modo si forma tutto l’universo. Questi elementi avevano anche, conformemente all’idee comuni de’ Greci, il loro posto determinato nel mondo: la terra nel mezzo, intorno alla terra l’acqua, in seguilo l’aria, finalmente il fuoco, che tutto abbraccia.“ — Ritter.

LXXII. Dio — appellano con diversi nomi ec. — „Zenone rigettava il culto delle immagini e dei templi , dicendo, che, come opera dell’arte, nulla avevano di sacro. Molti numi popolari riferivano gli Stoici ai grandi Corpi celesti, al sole, alla luna, alle stelle; altri agli elementi, alle stagioni ec.; anche ad uomini che acquistarono immortalità, alla virtù, all’arti che sono di molta utilità per gli uomini; cose tutte che e’ riguardavano come corpi e forze vive; ma tenevano gli dei di questa specie quai numi inferiori; numi generati, caduchi, che tutti ritornano, alla combustione del mondo, alla loro origine comune, al dio supremo, Giove, sorgente d’ogni vita, che non è nè generato, nè caduco. Così salvavano, con una libera interpretazione, l’antica mitologia e le favole. — La religione degli Stoici non era che una credenza artificiale, come quella che nasce d’ordinario in tempi ne' quali gli uomini vorrebbero nuovamente ravvicinarsi all’antica semplicità