Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/230

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capo ii empedocle 211

Quello che la settantesima prima Olimpiade vinse col cavallo sellato era assolutamente omonimo di lui, per modo che insieme anche se ne assegna l’età da Apollodoro. Satiro, nelle Vite, dice che Empedocle era figlio di Eseneto, e che lasciò anch’esso un figlio, Eseneto, e che sotto la stessa Olimpiade quello fu vincitore col cavallo sellato, questo, il figlio di lui, alla lotta, o, secondo Eraclide, nell’Epitome, alla corsa. Io poi ho trovato, ne’ Commentarj di Favorino, che Empedocle offerì in sagrificio co’ legati un bove di miele e farina, e ch’ebbe un fratello Callieratide. Telauge per altro, il figlio di Pitagora, scrive, nell’Epistola a Filolao, che Empedocle era figlio di Archinomo. Ma che fosse agrigentino di Sicilia, ei medesimo lo afferma, nel principio Delle purificazioni:

   Voi, che al biondo Agrigento, o amici, in riva
   La gran cittade, cui sovrasta l’alta
   Rocca, abitate.


Queste sono le cose intorno alla sua origine.

II. Ch’egli udisse Pitagora, lo afferma Timeo, nel nono Delle storie, dicendo che un giorno accusato, come Platone, di aver rubato uno scritto, gli si vietò di partecipare alle conferenze, e ch’ei stesso fa menzione di Pitagora quando scrive:

     Eravi tra costoro un cotal uomo
     Oltramisura dotto, che del core
     Le più grandi ricchezze possedea.