Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/243

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224 capo iv


platone ad archita prosperità.

„I Commentarj, che per mezzo tuo ci pervennero, li abbiamo ricevuti con maraviglioso piacere, e chi li scrisse, quanto si può, abbiamo lodato e stimato persona degna de’ suoi vetusti progenitori; poichè si dice che cotest’uomini erano mirei; e dessi erano di que’ Trojani espulsi sotto Laomedonte, uomini dabbene, come spiega il racconto che ci fu trasmesso. I nostri Commentarj, intorno a’ quali ci hai scritto, non sono per ancora compiuti; tuttavia, come si trovano, te li ho mandati. In quanto al custodirli siamo entrambi d’accordo, onde non è mestieri di raccomandazione. Sta sano.“

V. Tali sono le lettere ch’e’ si scrissero a vicenda. — Vi furono quattro Archita: Primo quest’esso. — Secondo un musico da Mitilene. — Terzo uno scrittore d’agricoltura. — Quarto un epigrammista. — Ed un quinto, dicono alcuni, architettore, di cui si reca un libro, intorno ad una macchina, il quale principia così: Queste cose udii da Teucro cartaginese. Del musico si racconta anche questo, che taluno insultandolo, perchè non lo si intendeva, rispose: Lo strumento si sforza di parlare per me.

VI. Egli primo trattò metodicamente le meccaniche, servendosi di principii matematici, e primo aggiunse ad una figura geometrica il movimento organico; col mezzo della sezione del semi-cilindro prese le due medie proporzionali cercando la duplicatura del cubo; e, come dice Platone, nella Repubblica, trovò eziandio colla geometria il cubo.