Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/257

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238 annotazioni

XVIII. Proibiva che si mangiasse erutino e mulanuro. — Triglia e seppia? Agli Egizj era proibito nutrirsi di pesce. Non sagrificate pesci, avranno detto Numa e Pitagora; il volgo disse non mangiate pesci, perchè mensa e altare, sagrificio e pranzo, nella lingua antica, siccome per molti, nella moderna, erano spesso sinonimi!

Cicognizzare. — Sono troppo conosciute le qualità morali della cicogna (specie bianca) perchè se ne debba far qui l’enumerazione a schiarimento del passo.

Permetteva si mangiassero tutti gli altri animali, e soltanto ec. — Diverse opinioni corrono intorno alla proibizione di mangiar carni. Il meglio è tenersi ad Aristotele, il quale dice, che i Pitagorici non si astenevano che da qualche parte delle interiora e da certe sorta di pesce.

XIX. Chiamato Pitagora per aver predicala la verità. — Etimologia confermata da Suida alla parola [testo greco]. — „Pitagora si potrebbe tradurre il persuasore per eccellenza. Aristippo credeva che questo nome fosse stato imposto al più grande persuasore della verità.“ — Cuoco.

Principio di tutto essere l’unità ec. — „I Pitagorici si servivano di segni simbolici, che erano suscettivi di molte interpretazioni differenti, perchè il simbolo non corrisponde mai perfettamente alle cose significate. Essi adoperavano in differenti sensi un solo e medesimo segno. La formula che serviva ad essi per esprimere la proposizione principale della loro dottrina: Il numero è l’essenza ([testo greco]) o il principio ([testo greco]) di tutte le cose, non può essere presa in un senso simbolico. Trattasi sapere che intendessero per numero in quanto è concepito come principio di tutte le cose. Egli è chiaro che in questa dottrina e’ partivano dal punto di vista matematico, e per conseguenza dalla forma e non dalla materia del mondo sensibile. Quindi Aristotele derivava la dottrina dei Pitagorici dalla loro predilezione