Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/264

Da Wikisource.

annotazioni 245

vano, anzi neppure potevano nominarle. — La proibizione delle fave, secondo Erodoto, è d’istituzione egiziana. Aristosseno dice al contrario che Pitagora le raccomandava di preferenza a tutti gli altri legumi.

Non geniculateoligarchiche. — Non geniculata essendo la pianta della fava, mancava di quella parte che i supplichevoli soleano toccare; quindi senza ginocchia equivaleva a senza misericordia, come chi dicesse senza orecchie; e tali erano le porle d’averno. Oligarchiche sono dette perchè i pochi si sceglievano co’ voli e si votava colle fave. Anch’oggi diciamo vincere un partito colle fave.

Perchè sacro al Mese. — [testo greco], che il Casaubuono vorrebbe corretto con [testo greco]. — [testo greco] erano uno stesso dio; — [testo greco]. Parole, secondo che osserva l’Huebnero, ommesse dal Menagio, perchè ommesse da Suida e dall’Ambrogio come spurie. Il Monachio congettura: [testo greco].

XXI. Morì Pitagora in questo modo. — „I Pitagorici, raccontano, avendo acquistata grande autorità negli affari politici di Crotone, vi stabilirono una forma di governo quasi aristocratica. La loro autorità deve essersi estesa alle altre colonie greche in Italia, Sibari, Metaponto, Locri, Taranto, ed essere stata particolarmente ostile ad ogni tirannide. Ora, elevatosi un Telide alla tirannia di Sibari, gli aristocratici suoi nemici fuggirono a Crotone. Il tiranno chiese che gli fossero consegnati; ma i Crotoniati, per istanza di Pitagora, glieli dinegarono, e ciò fu causa di guerra tra le due città. I Crotoniati, comandati dal pitagorico Milone, vinsero i Sibariti, e ne distrussero la ricca città. Questo avvenimento riuscì fatale a’ Pitagorici; poichè, surta lite, per la divisione del bottino, tra essi ed il partito popolare, Cilone, che ne era capo, e che, si diceva,