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Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/300

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CAPO VI.


Leucippo.


I. Leucippo era eleate; ma secondo alcuni abderita, secondo altri melio.

II. Egli udì Zenone. — Asseriva tutte le cose essere infinite e tramutarsi le une nelle altre; vuoto essere l’universo e pieno di corpi; i mondi formarsi da corpi cadenti entro il vuoto e ravviluppantisi fra loro; e, in ragione del loro aumento, nascere, dal moto, la natura degli astri; il sole aggirarsi in un maggior cerchio intorno la luna; la terra sostenuta girare intorno al mezzo; essere la sua figura a guisa di timpano. Primo pose principi! gli atomi. — Ciò sommariamente; ma a parte a parte cosi.

III. L’universo, come si raccontò, dice essere infinito; ed essere una porzione di esso piena ed una vuota; dice essere infiniti gli elementi ed i mondi che da questi provengono, e doversi in essi risolvere; e i mondi generarsi così: Molti corpi, in figure d’ogni maniera, man mano che si staccano dall’infinito, s’aggirano nel gran vuoto; i quali riuniti formano un vortice, in cui urtandosi fra loro e in tutti i modi ravvolgendosi, si separano distintamente simili con simili. Di que’ che stanno in equilibrio, non potendo per la quantità essere più trasportati in giro, i minuti, quasi slanciati fuori,