Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/324

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302 capo xi

e

   Qual parola tu dici e tal l’ascolti,


parlando dell’eguaglianza, della forza e della controvertibilità dei ragionamenti. Però gli Scettici persistevano nel rovesciare i dommi di tutte le sette, ed essi nulla dommaticamente asserivano; poichè mentre producevano quelli degli altri e li spiegavano, non definivano niente, nè pur questo medesimo. Per modo che toglievano di mezzo anco il definire quando dicevano per esempio: Nulla definiamo, perchè altrimenti avrebbero definito. Per altro, soggiungevano, riferiamo le enunciazioni per dimostrazione del sospeso assenso, come se anche ciò potesse mostrarli annuenti. Per la sentenza adunque, Nulla definiamo, dimostravano quella affezione dell’animo che fa rimanere neutrali; al pari che per mezzo del Nulla più e dell’Ad ogni discorso un discorso si oppone, e simili. Dicesi poi il Nulla più anche positivamente di alcune cose che sono simili, per esempio: Il pirata non è più malvagio del bugiardo. Per altro dagli Scettici non positivamente ma negativamente si ragiona, come da chi confuta e dice: Scilla non esistette più della chimera. Il medesimo più prendesi talvolta comparativamente, come quando diciamo: Più dolce il miele dell’uva; talvolta anche positivamente e negativamente, come quando diciamo: La virtù giova più che non nuoce; poichè indichiamo che la virtù giova e non nuoce. Ma gli Scettici tolgono eziandio il medesimo Nulla più; poichè siccome non v’ha una provvidenza più di quel che non siavi, cosi anche il nulla